Di Otello Belli                                                                        

Esistono molte persone, tra cui alcuni autorevoli membri di governi, che sia per criticare sia per difendere l'islam riempiono i loro discorsi con il tema della reciprocità: chi sostiene che i paesi islamici stiano facendo passi in avanti in tale verso e chi sostiene il contrario a controprova della chiusura mentale Islamica.           

Proviamo a riflettere. Innanzitutto è mia convinzione che si debbano chiarire alcuni concetti basilari per affrontare l'argomento reciprocità, perché se non si comprende il vero pensiero/obbiettivo islamico non si riuscirà mai a comprendere l'irrealizzabilità e l'inutilità di tale utopia.       

Partiamo dai dictact coranici. "Chi vuole una religione diversa dall'Islam, non vedrà il suo culto accettato" (Sura 3:85): questo è forse il versetto più chiaro in assoluto che esprime come l'islam si pone difronte agli altri culti, tenendo ben presente che il Corano per il mondo Islamico è legge.  

Tanto è vero che nella terminologia Islamica i territori islamizzati e quindi sottoposti all'imperio politico e giuridico dell'islam vengono chiamati DAR AL-ISLAM ovvero "casa dell'islam", mentre tutto ciò che territorialmente ne è al di fuori viene chiamato DAR AL- HARB ossia "casa della guerra".       

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