
Di Paolo Radosta
All'alba di una stagione ad alta tensione, che porta tutti i nodi al pettine
"Se questo è un uomo" scriveva Primo Levi, nel descrivere l'orrore della realtà dei campi di sterminio. "Se questo è un uomo" viene da pensare anche oggi, osservando un'umanità figlia di un Dio minore dover dormire all'adiaccio nelle zone d'ombra di Saluzzo. Una realtà sconvolgente, impossibile da mettere a tacere e che colpisce come una pugnalata una cittadina di nobili natali. Tuttavia, quanto accade in questi giorni, e con ogni probabilità proseguirà per tutta questa estate travagliata, non è un orrore nato dal nulla, ma figlio di scelte precise ed esposte. Da anni, ormai, l'amministrazione ha scelto di percorrere una linea volontaria, voluta ed a tratti forzata di accoglienza, a carico della comunità.
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