Di Onofrio Gabriele Radosta                                    

"L'insonnia febbrile, il passo di corsa e il salto mortale" sono il futuro?

"Uccidiamo il chiaro di luna!" è un provocatorio opuscolo futurista del 1912, ad opera di Filippo Tommaso Marinetti è il secondo fondamentale manifesto del movimento d'Avanguardia. Sin da subito il titolo è diventato il motto dei futuristi e della loro frenesia innovatrice che si opponeva ad ogni tradizione politica e letteraria; nell'immaginario collettivo, infatti, il chiaro di luna rappresenta la quinta ideale di ogni espressione sentimentale, dalla più smielata dichiarazione d'amore alla più intensa e melanconica sensazione di fronte ad un paesaggio. 

Già le frasi iniziali del breve saggio indicano l’esaltazione con cui Marinetti intendeva spronare i suoi compagni alla ribellione contro l'immobilità classicistica della società di inizio '900, contro gli amorfi interpreti del pacifismo e del neutralismo prototipo ideale della "paralisi" del mondo moderno.


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